IADC ed esperienze di pre-morte

Le Near Death Experience (NDE) o esperienze di pre-morte, nella dizione italiana, sopravvengono soprattutto dopo il momento della morte clinica e altre volte nel corso di uno stato di coma. La diffusione della loro memoria è tutt’altro che trascurabile, giacché secondo i sondaggi realizzati corrisponde al 5% della popolazione americana e al 4,2% di quella tedesca. Si tratta di esperienze che possono essere molto complesse, di cui considereremo qui solo gli aspetti che concernono il ricongiungimento con i propri cari e i paesaggi che possono fare da contesto all’incontro con essi.  A questo riguardo ci sono infatti forti similarità fra la fenomenologia delle IADC e quella delle Near Death Experience.

In entrambi i casi il deceduto è visto felice e sereno, nonché in buona salute e più giovane. D’altra parte, se questo si è reso responsabile di azioni cattive verso gli altri, apparirà in entrambe le esperienze triste e contrito, in un’area grigia e poco illuminata.

Sia nell’IADC, sia nelle NDE la comunicazione con i propri cari avviene per via telepatica. Inoltre in entrambe le situazioni gli stessi affetti sono trasmessi telepaticamente dal defunto al superstite.

Quando i propri cari appaiono in un mondo soprannaturale, i quadri sono i medesimi di quelli che ci vengono riferiti da chi è passato attraverso un’esperienza di pre-morte: paesaggi naturali dai colori iridescenti, che emanano un senso profondo di serenità e armonia.

Una componente fondamentale delle esperienze di pre-morte è costituita dall’esame della propria vita, nel corso del quale la persona vede tutto il bene e tutto il male che ha fatto, senza veli e autoinganni, acquisendo una chiara consapevolezza delle conseguenze che sono originate dalle proprie azioni.  Nelle IADC i defunti sono descritti come se avessero fatto un esame della propria vita e quindi fossero diventati più saggi e consapevoli degli altri. In certi casi appaiono mettere in atto l’esame stesso, impegnati a confrontarsi con quanto fecero in vita.