Il lutto è un processo mentale che si svolge attraverso varie fasi successive. Quando la dinamica trasformativa si blocca abbiamo il cosiddetto “lutto complicato”. Quali sono le fasi di sviluppo del lutto?
Fase di stordimento
Dura normalmente da alcune ore a una settimana. Non riusciamo a credere che la persona sia effettivamente non sia più in vita. E’ questa la ragione per cui chi rimane può manifestare una calma che appare incongrua con il tragico evento.
Fase della ricerca e dello struggimento
Inizia a instaurarsi la consapevolezza vera e propria della perdita che abbiamo subito. A seguito di questa consapevolezza si fanno largo varie emozioni: la tristezza per la sorte subita dalla persona amata e per l’impossibilità di interagire con lei; l’angoscia e l’inquietudine legate all’esperienza di solitudine che va avanzando; la rabbia verso chi non è ora più con noi, un’emozione che tradisce la nostra idea che il proprio caro è si perduto, ma non definitivamente, solo in via provvisoria. Si è dunque arrabbiati anche con il defunto perché ci si sente abbandonati da lui e si vorrebbe che tornasse. La collera ci dice quindi che nella seconda fase del lutto coltiviamo nel nostro intimo l’idea che il nostro caro possa ancora ritornare e riunirsi a noi, che la perdita sia una specie di separazione temporanea. A livello puramente razionale sappiamo che l’altro è morto, ma a uno più profondo no. Proprio questa speranza che l’altro torni ci fa capire altre due caratteristici comportamenti manifestati dal superstite in questo periodo del lutto: da un lato una certa insofferenza ai tentativi consolatori messi in atto da parenti e amici, dall’altro una tendenza a leggere nell’ambiente circostante i segni del ritorno di chi si è perduto, una inclinazione a riconoscerlo per pochi attimi fra la folla cittadina, una sorta di irrequietezza motoria che tradisce l’impulso a cercare chi non c’è più.
Fase della disorganizzazione e della disperazione
A questo punto di progressione del lutto la realtà dei fatti viene gradualmente accettata, per cui si giunge a riconoscere che la perdita non è momentanea, ma definitiva. L’altro non ci ha abbandonato, ma non è più in vita (almeno in senso biologico). Via via si giunge a rendersi sempre più profondamente conto che la perdita è definitiva, almeno nel senso terreno del termine. Il dolore del lutto si accompagna allora a un senso di disperazione, che fa tutt’uno con la rinuncia alla vana speranza che tutto possa continuare come prima.
Fase della riorganizzazione
Se la persona è riuscita a inoltrarsi lungo il cammino del lutto, a tollerare la sofferenza acuta che esso comporta, ad acquisire consapevolezza delle emozioni e dei pensieri che accompagnano la perdita subita, allora diventa possibile giungere ad accettare quest’ultima. Ciò non comporterà la fine del lutto, ma la sua trasformazione da lutto acuto in lutto integrato. Il superstite dovrà ridefinire se stesso e la propria situazione esistenziale alla luce dei fatto di non avere più, come prima, un padre o una madre, un coniuge o comunque un partner affettivo, un figlio o una figlia. Il legame affettivo con il proprio caro non viene però a finire. Esso perdura, anche se ora si manifesta attraverso una relazione diversa, ma non per questo meno importante. Si va a trovare la persona amata non solo per portarle i fiori, ma anche e soprattutto nei propri ricordi; si pensa a lei con amore, se ne cerca consiglio e suggerimenti, si prende a modello per i valori che incarnava, si confida di poter un giorno riabbracciarsi e stare di nuovo insieme. Oltre a tutto ciò e già prima della fase di riorganizzazione, coloro che sono privati di un loro affetto possono molto frequentemente avere delle esperienze spontanee di ricongiungimento e comunicazione con chi hanno perduto. Si tratta delle after death communication, cioè delle comunicazioni che avvengono dopo la morte del proprio caro. Esse hanno un’importanza grandissima nello sviluppo del lutto. Proprio per questo abbiamo dedicato un riquadro specifico a tali straordinarie esperienze e a esso rimandiamo il lettore.